Ormai da diversi anni le piccole e medie imprese che forniscono beni e servizi alla Pubblica Amministrazione hanno grandi difficoltà a partecipare alle gare pubbliche a causa della progressiva centralizzazione degli acquisiti da parte della CONSIP e del crescente valore degli appalti, che si uniscono procedure sempre più complesse.
Il problema centrale riguarda la centralizzazione degli acquisti tramite la Consip, società per azioni controllata interamente dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, che opera al servizio degli enti pubblici per favorire una maggiore razionalizzazione e trasparenza nell’utilizzo delle risorse pubbliche.
La centralizzazione degli acquisti operata tramite Consip, per come gestita, sta lasciando fuori la maggior parte delle aziende di piccola e media dimensione che operano a livello territoriale, le quali non hanno la possibilità di partecipare a numerosi bandi con lotti di una certa importanza e che guardano a una distribuzione delle forniture nell’intero territorio nazionale a causa di un’aggregazione della domanda.
Si pone dunque una problematica di concorrenza e pluralismo del mercato, che ha origine dalle modalità di formazione dei bandi di gara. Vengono infatti impostati lotti da centinaia di milioni di euro che, di fatto, limitano spesso la partecipazione a poche grandi imprese che limita la stessa concorrenza e crea condizioni di cartello.
Un altro problema riguarda il Mercato elettronico della Pubblica Amministrazione, più comunemente detto MePA: si tratta dello strumento utilizzato da Consip per gestire le gare pubbliche e le procedure di acquisto per via telematica, al quale tutti gli enti della Pubblica Amministrazione hanno obbligo di farvi ricorso per non rischiare vedere annullati i contratti o incorrere in illeciti disciplinari. Le aziende, per fornire gli enti pubblici, hanno quindi dovuto interfacciarsi con questo nuovo sistema, affrontando negli ultimi anni profondi cambiamenti di regole tecniche e giuridiche, oltre che di prassi operative e di competenze necessarie per la gestione di nuovi processi interni.
Il risultato è che, dopo l’introduzione del MePA, il 90% delle imprese che prima erano fornitrici della Pubblica Amministrazione oggi non lo sono più. Parliamo di imprese che hanno rinunciato a utilizzare il nuovo strumento in quanto non sufficientemente strutturate per affrontare tale cambiamento, in termini di costi, tempo e competenze. Imprese che, nonostante la qualità dei prodotti e dei servizi offerti, anche a prezzi concorrenziali, non hanno un apposito ufficio gare, e dovrebbero imparare da zero il funzionamento di un bando digitale, di un capitolato tecnico, di un metaprodotto, di un catalogo, di un cottimo fiduciario, di una gara aperta e di tutte le regole tecniche e giuridiche del MePA.
Attraverso Consip, lo Stato ha creato dunque un ostacolo in più e limitato le opportunità per le piccole e medie imprese, le quali, va ricordato, rappresentano il 99,9% del totale delle imprese operanti sull’intero territorio nazionale, generando oltre il 70% del fatturato del nostro paese e contribuendo a impiegare oltre l’81% dei lavoratori. Praticamente un traino sicuro e irrinunciabile per l’economia nazionale, che nelle forniture per la Pubblica Amministrazione viene lasciato inspiegabilmente ai margini.